domenica 16 ottobre 2022

Canegrate

LE ORIGINI DI CANEGRATE 

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In un documento, "Gli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano fatti nel 1346" appare il nome "Canegra" (alla fine del 1200 appariva "Canegrae" accanto al nome Canegrate in un elenco di chiese redatte da Goffredo di Bussero, ma sono sconosciuti i motivi della doppia denominazione), anche se nei secoli successivi a prevalere è "Canegrate".

Sono state avanzate diverse ipotesi sulle origini dell'etimo:

1) Canis in ager = cane nel campo
2) Ca' Negrate = case annerite
3) Cane (custodito dietro) Grata, forse perché nel Medioevo vi era un allevamento di cani da caccia. Tale ipotesi, anche se non dimostrata, ha suggerito l'idea per lo stemma comunale.

Canegrate potrebbe anche derivare da "Cannetulatae", derivato dal latino "Cannetum", canneto, e dall'ancora più antica matrice celtica "Cannicus"


Altro approfondimento sulle origini di Canegrate (trovato su un calendario)

La civiltà di Canegrate viene fatta risalire al 1200 a.c ed è classificata tra quelle alla fine del Bronzo Medio e all'inizio del Bronzo Recente. Le informazioni più rilevanti a proposito della Cultura di Canegrate provengono dalla necropoli omonima, scoperta nel 1926.
Le tombe ritrovate sono del tipo a fossa semplice o a fossa rivestita di lastre di pietra o ciottoli.
Le dimensioni della necropoli sono abbastanza ingenti: si calcola che dovesse comprendere almeno 200 tombe delle quali, parecchie, a più deposizioni.

La ceramica della Cultura di Canegrate è molto simile a quella in uso nello stesso periodo a nord delle Alpi; poiché la ceramica è l'indicatore fondamentale per riconoscere i rapporti tra diverse culture, le analogie riscontrate tra il vasellame di Canegrate e quello transalpino fa pensare che vi sia una componente proveniente dal nord delle Alpi. Con ogni probabilità esisteva anche una continuità linguistica ed etnica fra l'antica popolazione di Canegrate e i gruppi stanziati nella stessa area durante l'Età del Ferro.

I primi documenti che riportano il nome "Canegrate" risalgono al Basso Medioevo. Già nel 1261 in un atto legale stipulato tra i canonici di San Giorgio presso Legnano e una famiglia è registrato il nome Canegrate.

Ci sono varie ipotesi sulle origini e il significato dell'etimo in questione: 

Cannetulatae, dal latino Cannetum = canneto, che indicava una caratteristica paesaggistica di secoli fa.
Canis in ager = cane nel campo; 
Ca' Negrate = case annerite
Cane (custodito dietro) Grata = una tesi fantasiosa ma non impossibile: potrebbe derivare da un'attività che i suoi abitanti facevano, cioè l'allevamento dei cani.


L'AFFRESCO DI SELENE ED ENDIMIONE A CANEGRATE

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Nella decorazione sulla volta si possono vedere tre figure: un uomo addormentato e alle sue spalle una donna con a fianco un putto alato. 


Il giovane è seduto sulla roccia, sulla quale poggia il gomito, che regge il volto; accanto a sé ha un bastone. Sopra di lui, una fanciulla bionda, con il volto incorniciato da uno spicchio di luna, contempla amorosamente il giovane addormentato: è Selene, la Dea Luna, chiamata anche Diana, discesa dal cielo sul monte Latmo per contemplare Endimione, il pastore del quale la Dea si è innamorata.

Una variante della leggenda, racconta che Giove, sospettando che Endimione potesse sedurre Giunone, l'avrebbe condannato a dormire in eterno; altrove, sembra che sia stato Endimione stesso a chiedere a Giove di farlo dormire eternamente, per non invecchiare: per questo Endimione dorme in una grotta del monte Latmo.
Secondo il mito, Selene, vedendolo, se ne innamorò all'istante; ebbe da lui cinquanta figlie, ma visto che la Dea fu sfiancata da tutte queste gravidanze e non voleva più generare, chiese a Giove che facesse addormentare per sempre Endimione, per preservarlo giovane in eterno: così la Dea poté continuare a baciarlo senza timore di altre gravidanze.
 
L'affresco di Selene ed Endimione nel palazzo Castelli Visconti a Canegrate si presenta simile a un disegno inglese conservato a Windsor Castle. 

Alcuni critici hanno avanzato l'ipotesi che il bozzetto del disegno fosse di Francesco Monti (1685-1768) e non di Giovan Angelo Borroni (1684-1772). Tuttavia, la versione canegratese di Endimione è identica a quella di Palazzo Radice Fossati a Milano, dipinta da Borroni, e con "Eolo dormiente", speculare alla figura di Endimione.

Nota di Lunaria: il mito di Endimione è stato celebrato anche dal grande poeta Keats, che affascinato dalla musicalità stessa del nome (in inglese, pronunciato "Endàimion"), dedicò ad Endymion un lungo poema. Endymion è citato anche nel sublime cd dei Cradle of Filth "Dusk and Her Embrace", nella canzone "Beauty slept in sodom": "For thee Endymion I forsake the cerements of this star-flung tomb"; l'intero testo è pervaso da riferimenti mitologici ed erotici-macabri


CANEGRATE, LE FOTO PIù BELLE
























































Chiesa della Baggina














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