lunedì 24 ottobre 2022

Castano Primo, Turbigo, Saronno e nicchie votive

Il merito della ricerca sulle nicchie votive di Castano Primo va ad M., che mi ha accompagnato a Castano a vedere non solo quelle nicchie che avevo visto sui libri, ma anche altre che non erano riportate da nessuna parte. Inoltre mi ha permesso di raggiungere la chiesetta di Santo Stefano a Magnago, che non avrei mai potuto raggiungere da sola, a piedi, e neanche con i mezzi pubblici


 CASTANO PRIMO: Santuario della Madonna di Gre















Il centro di Castano con la chiesa di San Zenone






















































































La Cascina Malpaga come appare oggi:







Gli affreschi del Mulino:









Madonna del Lazzaretto e affreschi del Previati






















TURBIGO

Ponte sul naviglio, di origini seicentesche, si presenta a tre arcate in mattoni a vista, retto da due robuste pile in blocchi di granito. Nei pressi del ponte del naviglio sono visibili i resti dell'antica Dogana Austriaca, che ricorda la posizione di confine tra la Lombardia e il Regno di Sardegna dove si fermavano le diligenze per essere sottoposte ai controlli daziari. 

Gli edifici adiacenti alla Dogana sorgono sul sito che si può ipotizzare essere stato occupato in epoca altomedievale dal cosiddetto "Castellaccio", una fortificazione posta a difesa della strada che dal borgo di Turbigo scendeva al porto sul Ticino. L'area della Dogana era ricca di osterie, dai nomi curiosi: al Segno dell'Annunciata, della Stella, dei Tre Re, l'osteria della contessa Porzia Landi Gallarati.

Villa Gray-Palazzo de Cristoforis: posto sul sedime di una villa tarda romana, il palazzo venne fatto costruire dalla famiglia dei Piatti all'inizio del XVI secolo; nel 1560 viene costruito il pregevole Camino della Fenice.

I De Cristoforis ereditarono la villa, ingrandendo la residenza seguendo i dettami stilistici ottocenteschi. Il palazzo passò poi ai Gray, ultimi proprietari. Sul retro si apre lo splendido parco di 9.600 mq di origine seicentesca.

Villa Tatti: costruzione cinque-secentesca inserita all'interno del vecchio nucleo edificato attorno al castello, residenza nobiliare della famiglia Piatti, si presenta con un portale secentesco; conosciuta col nome "La baionetta" perché fu sede della Casa del Fascio. Dal 2009 è sede dell'asilo nido.

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (secolo XVII): Costruita nella prima metà del Seicento, edificata nel luogo di una precedente Cappella dedicata a San Damiano. Il campanile è dei primi decenni del Settecento, come testimonia l'invocazione in latino: "liberaci dal fulmine e dalla tempesta" incisa sulla campana, datata 1720.
All'interno, altare in stile barocco e quadri raffiguranti San Carlo Borromeo. 

La chiesa della B.V.Assunta a Turbigo, in stile neoromanico, fu edificata tra il 1935 e 1936 sul sedime di un edificio precedente, risalente alla fine del XIII, menzionato da Goffredo da Bussero.
La tela di santa Felicita fu realizzata da Melchiorre Gherardini detto il Ceranino nel 1632 come ex voto dei turbighesi per la liberazione dalla peste.

Il castello: sorto intorno ad un insediamento romano, si struttura attorno a una corta quadrata. Nel 1922 venne restaurato.

Il 7 giugno 1964 venne inaugurato il Monumento Sacrario dedicato ai Caduti di tutte le guerre. L'idea risaliva al 1936 dall'idea del medico Valfredo Agati.
L'opera nasce dal rivestimento in mattoni dell'acquedotto e si presenta come una grande torre alla cui base, sotto una volta a calatto, una croce composita celebra il ricordo dei Caduti.
Accanto, la scultura "L'Eroe" di Carlo Bonomi: l'eroe caduto è sorretto dalla donna che manifesta il dolore di ogni madre, sposa, sorella dei Caduti in guerra.
Alla sinistra si trova "La Selvaggia", dimora di Bonomi, ora residenza privata.

Piazza San Francesco: vicina a Villa Tatti, fu realizzata in 45 giorni e inaugurata nel 1934. 








Il Castello poco distante dalla chiesa






















Il Naviglio e la Dogana Austriaca









Il Monumento ai Caduti







































Villa Gray-de Cristoforis













APPROFONDIMENTO SULL'AFFRESCO DELL'IMMACOLATA DI TURBIGO

Info tratte da




Il culto cattolico dell'Immacolata Concezione risale alla proclamazione del dogma per cui Maria, Madre di Dio, è considerata immune dal peccato originale. Fu Pio IX a dichiarare con la bolla Ineffabilis Deus (8 dicembre 1854) che l'Immacolata Concezione doveva essere oggetto di fede.
Ma il culto popolare era radicato anche nei secoli precedenti, ispirandosi al brano dell'Apocalisse "Una Donna vestita di Sole, la Luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle"






L'affresco ottocentesco era presente in un'osteria nell'area ex dogana e venne strappato vent'anni fa. Aveva dato il nome all'osteria (che esisteva fin dal '500) di proprietà della principessa Polissena Maria Landi Doria; l'osteria era chiamata "Al Segno dell'Annunciata" anche se probabilmente questa immagine venne dipinta in occasione della proclamazione del dogma, quindi nel 1854.

La figura della Madonna sul crescente lunare (che è creduta unicamente dai cattolici e rifiutata da tutti i cristiani non cattolici) più che non origini bibliche ha origine pagane, visto che già nel culto di Diana compariva la Luna.



Anche il camino di palazzo de Cristoforis ha un simbolismo pagano: l'affresco rinascimentale del 1560 riporta una Dama (in origine, nuda, poi rivestita con interventi correttivi successivi) accanto ad un Cupido e ad una Fenice.



Sul bordo inferiore vi è la scritta "Phoenici similis vivit post funera virtus: come la fenice risorgerai dalla morte e vivrai per sempre"
L'affresco potrebbe essere stato fatto alla memoria di Baldassare Piatti, "morto nel fiore della speranza", come recita uno storico. I Piatti furono una storica famiglia di mercanti nobili, proprietari di molte aree di Turbigo.
La Fenice era un uccello sacro, viveva per 500 anni nel deserto arabico dopo di che, costruitosi un rogo di piante aromatiche, vi moriva bruciato vivo; dalle ceneri nasceva un verme che si trasformava in una piccola Fenice, la quale dopo essere volata al tempio del Sole per la consacrazione, ricominciava il ciclo di 500 anni. Il mito è allegoria della Resurrezione.

Altre edicole e nicchie votive (anche scomparse o che non ho potuto vedere dal vivo)







SARONNO









































































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