venerdì 28 ottobre 2022

Parabiago, Ravello, San Lorenzo

 PARABIAGO


Info tratte da




Costruita più di 500 anni fa per lo scioglimento di un voto fatto ai piedi della solitaria cappelletta campestre e verso un bisogno di devozione verso la Madonna, "Mariae Nascenti", sorge la chiesina campestre, il Santuario della Madonna di Dio il sa a Parabiago (verso il confine con Nerviano), colpisce già per il nome strano.
La chiesa di "Dio il sa" si eleva alla periferia di Parabiago ed offre una denominazione che si presta a diverse interpretazioni e persino storpiature, come "Madonna di Olzate" raddrizzata in "Dio sa quale."
In un documento del 1547 conservato nell'archivio prepositurale, la chiesa è denominata "Madonna di Dio il sa", sotto il titolo di Natività della Beata Vergine.
Non si può escludere che la chiesa sia sorta sui ruderi "d'una cappellina campestre preesistente" di proprietà dei monaci ambrosini; forse il nome deriva da "olca", "Terrae portio arabilis, fossis vel saepibus undique clausa", cioè una terra arativa delimitata da fossati e siepi, o "olza, algia", da "ancia\angia" col significato di "porzione di terra arativa cinta da ogni parte di fossati e siepi", donde "olza" è parola affine al gallico "olca", che significa pianura arativa. 
è menzionata per tutto il Seicento e viene attribuita al Bramante (ma non vi sono certezze).
Nel 1915 si pensò di trasformarla in lazzaretto, ma l'idea venne accantonata dopo proteste.
(Nota di Lunaria: un'altra fonte che ho consultato dice che la chiesetta campestre venne usata come lazzaretto per gli appestati, proprio perché era lontana dal centro abitato; del resto era stato costruito un piccolo cimitero addossato; i malati di colera venivano posti accanto alla chiesa, con la speranza che venissero guariti dalla Madonna; certe buche squadrate ancora visibili nella corsia centrale fanno pensare ai sostegni degli assiti che dividevano gli appestati dalle appestate)

Due lapidi sul pavimento accennano a sepolture:

CARLUS NEBULONE
PUBLICO AGRIMENSORE
VILLASTANCIAE
M. DCLXXVII

D.O.M
D.D. ALOYSIUS MADIUS
AETATIS SUAE ANNORUM XXVII
MENSIUM IX
ANTE DEIPARAM QUAM VIVENS
COLUIT
MORTUS SEPELIRI
VOLUIT
ANNO SALUTIS M. DCCXVI
DIE XIII NOVEMBRIS

 





come appare oggi:

Il muro che recinta la fossa comune dei morti di peste:


Vi era un affresco sulla nicchia quadrangolare ma è andato perduto




















Foto ESCLUSIVE dell'interno:

















Come appare oggi la chiesa dei Santi Martiri Gervaso e Protaso




Scarsi sono i documenti relativi alla chiesina di S. Michele, tanto cara ai parabiaghesi, ed è perciò impossibile definire con esattezza le origini, come seguire le tracce di successivi restauri o ampliamenti.
Probabilmente sorge sulle rovine di un'antichissima cappelletta campestre già dedicata all'Arcangelo, ai margini del paese. Poco più su è la costa di Canegrate dove nel 1339 del 21 febbraio avvenne il primo scontro tra le truppe lodrisiane e l'avanguardia di Lucchino, accampata in paese, scontro sfortunato che segnò l'inizio della battaglia che finì con la strepitosa vittoria dei Milanesi.
Esiste qualche relazione tra questo fatto e la dedicazione della chiesina a San Michele, l'arcangelo battagliero? Non è possibile affermarlo perché mancano i documenti. Stando alla relazione del prevosto, nel 1742, la chiesina veniva definita "Oratorium satis vetustus restauratus tamen meliori modo possibili", oratorio abbastanza antico restaurato nel modo migliore possibile.




















Villa Ida


Il cimitero visto dalla stazione




























RAVELLO, frazione di Parabiago









La Cappella dedicata a Sant'Uberto, patrono dei cacciatori









La tomba nel bosco






SAN LORENZO, frazione di Parabiago









































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