lunedì 17 ottobre 2022

Villa Cortese, Villastanza, Villapia: edicole votive e nicchie

VILLA CORTESE

Info tratte da un cartello posto nelle vicinanze della Cappella di San Fermo e da questi libri



L'origine del nome Villa Cortese deriva da Vicus\Villa per il primo insediamento intorno a cui sorsero altre abitazioni facendolo diventare Curtis\Corte.
Nel corso dei secoli il nome conobbe un'evoluzione che va da Vilcortex a Vilacortexia ed infine Villa Cortese.
Altre fonti fanno risalire la denominazione ad una famiglia di "cortesi" che aveva lì i suoi possedimenti.
I primi documenti dove vediamo citata Villa Cortese risalgono al XIII secolo e sono atti risalenti ai Canonici del convento di San Giorgio presso Legnano e di una citazione nell'elenco delle chiese del Milanese ad opera di Goffredo da Bussero, dove si fa riferimento ad un altare dedicato a San Vittore Martire nel luogo di Villa Cortese, pieve di Dairago. La pieve era una comunità rurale con funzioni ecclesiastiche e amministrative.
Nel corso dei secoli Villa Cortese seguì le vicende legate alle successioni feudali che coinvolsero Dairago.
I primi feudatari del XV secolo furono i Maggi, cui succedettero gli Arconati; il feudo poi passò al marchese di Inveruno, Rossetti, nel 1662.
Nel 1866 Villa Cortese venne aggregata a Busto Garolfo, per poi tornare autonoma nel 1966.


IL LAZZARETTO DI VILLA CORTESE

Durante l'epidemia di peste venne costruito un lazzaretto recintato per il ricovero dei malati, e di fianco venne scavato un "Foppone" per la sepoltura dei morti. Il nome "Foppone" era usato per indicare i luoghi di sepoltura, ovvero le fosse comuni.
Finita l'emergenza, il luogo venne abbandonato ma rimase la recinzione.




Venne proposta la costruzione di un oratorio nel luogo del lazzaretto. Il terreno circostante doveva essere ripulito e doveva essere posta una croce commemorativa.
L'oratorio venne benedetto nel 1722 anche se non fu terminato. La chiesetta aveva un'immagine della Madonna che libera le anime del Purgatorio; nella parte bassa erano dipinti San Rocco e san Sebastiano (i santi protettori dalle epidemie).





Nel 1786 su disposizione della legge austriaca che impose di cessare le sepolture nelle chiese, venne realizzato un nuovo cimitero.
Nel 1962 il Comune di Busto Garolfo decise di rifare l'ingresso al cimitero, abbattendo l'antico Oratorio. 
La campana fu collocata sulla chiesetta di San Fermo.
(Nota: le prime case del paese sorsero addossate alla chiesetta di San Fermo, in origine una cappella sperduta in mezzo ai campi. Nel 1600 a Villa Cortese c'erano 300 abitanti, e durante la peste morirono 250 persone)



L'ORATORIO DI SAN GRATO

è l'unica chiesa campestre di Villa Cortese, dedicato al vescovo d'Aosta vissuto nella prima metà del V secolo, venerato come protettore dei campi e delle messi.
Fu costruito nel 1899, per un voto fatto da un malato che venne guarito dopo un miracolo, sull'antica via denominata "Valignana" che univa Dairago a Legnano.
L'affresco principale raffigura San Grato mentre indirizza la grandine in un pozzo, scongiurando la distruzione dei raccolti.
La chiesetta era punto di sosta e di preghiera nelle processioni mattutine fra i campi per le rogazioni; vi si celebravano 12 messe l'anno.
Ogni anno il 7 settembre, cioè il giorno dedicato a san Grato, si celebra una messa solenne al mattino e si recita il rosario con benedizione e bacio della reliquia del santo.





Come appare oggi l'oratorio di san Grato:






































































L'ORATORIO DI SAN FERMO

La prima chiesa di Villa Cortese fu l'oratorio di San Fermo, che sorge all'estremità nord dell'odierna via Franco Tosi. 











Questa chiesina, in origine una piccola cappella sperduta in mezzo ai campi, risale al XV secolo e all'inizio aveva la facciata principale rivolta verso Dairago, collegata proprio dalla strada campestre che seguiva lo stesso tracciato dell'attuale via Pacinotti.
Nel 1961 venne demolita la parte anteriore e il campanile per esigenze urbanistiche; dell'antico oratorio è rimasta solo la parte absidale con gli affreschi laterali e della volta che furono eseguiti dai fratelli Lampugnani nel 1630. Nel 1986 venne costruito il nuovo campanile con la campana che era appartenuta alla chiesa del Lazzaretto, che sorgeva dove attualmente c'è l'entrata del cimitero di Villa Cortese.








"UL GESIœ" 

Agli inizi del '900 la famiglia Crespi costruì una cappella dedicata alla Madonna, tra boschi e campi. Era una cappelletta in mattoni con un piccolo altare ai bordi di un sentiero. In seguito ad un incidente stradale, venne demolita e ricostruita assumendo la forma odierna, a "capanna", sulla vicina via De Gasperi. Ogni anno, agli inizi di settembre, durante la giornata del pensionato, molti si ritrovano davanti a questa chiesetta per recitare il Rosario e a volte vengono distribuiti omaggi a tutti i presenti.



Ringrazio Domenico e Graziella che mi hanno offerto il passaggio per raggiungerla




Com'era prima del restauro:









Info tratte da



Il primo documento storico su Villa Cortese è un'epigrafe latina incisa su un sarcofago romano, rinvenuto a nord di Villa Cortese. L'epigrafe è una dedica: "D.M (Agli Dei Mani di) Valerio Secondo Petroni".
Il sarcofago, in realtà, venne usato come lavatoio. Il primo a darne descrizione fu il Sutermeister, al quale il sarcofago era pervenuto nel 1932.
Secondo il Sutermeister, il sarcofago (realizzato in serizzo, pietra di derivazione alpina, forse delle Valli Ossolane) risale alla fine del II secolo d.C ed è testimonianza delle forme di rituale funebre. Ipotizzò che trattavasi di urna cineraria.
Le tipologie cinerarie più diffuse a Legnano e dintorni (Nota di Lunaria: Villa Cortese confina con Legnano, e io me la sono pure fatta a piedi una volta, la strada che da Legnano porta a Villa Cortese, e ci ho messo tipo un'ora e qualcosa :P) erano anfore segate e olle (pentole) in terracotta.
Altri classificarono il reperto come sarcofago, per contenere le spoglie del defunto, ma essendo piuttosto ridotto, se si trattasse di sarcofago, sarebbe quello di un bambino; a San Lorenzo di Parabiago, tra l'altro, venne rinvenuto un sarcofago destinato alla sepoltura di una bambina, Basiliana, morta a 5 anni.
Anche a Dairago, in una campo denominato Casaregio, vennero rinvenute alcune monete romane, olpi (vasi), oggetti in ceramica, compendio di tombe romane.
Lo stesso "Casaregio", già dal nome, alluderebbe a "Casa Regis", "Casa del Re"





 
VILLASTANZA













































VILLAPIA

























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