lunedì 24 ottobre 2022

Dairago e Arluno e le loro nicchie votive ed affreschi

DAIRAGO

 



E dopo il restauro:

https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2023/06/il-lazzaretto-di-dairago.html
















Il Santuario di Dairago "Madonna in Campagna" è stato edificato nel 1522, e l'immagine della Madonna del Latte sull'altare è del '400; gli affreschi sulle pareti sono datati tra il 1551 e il 1674. 
Il campanile è del 1946. 
Non mi è chiaro, ma sembra che l'altro affresco che si trova sul retro della chiesa sia del '700, anche se la data incisa sopra sembra più un "1322"
















Edicole Votive a Dairago



come appare oggi:








Aggiornamento del 28 settembre 2023: lo hanno sostituito





























Approfondimento sulle nicchie

Info tratte da


La più importante edicola votiva si trovava all'incrocio tra via XXV Aprile e Damiano Chiesa, sul muro di cinta del giardino Muratera. (Nota di Lunaria: ho cercato, ma non ho visto niente che indicasse un'edicola)
L'immagine della Madonna, a forma di pala, era protetta da una rete metallica e ai lati due minuscole aperture mettevano in comunicazione col giardino.
Durante le processioni si allestiva un altare.
Dopo la demolizione del muro, venne realizzata una nuova raffigurazione dell'Annunciazione, incorniciata in pietra e protetta da un cristallo.

Sulla facciata del vecchio Circolino era dipinta la Madonna del Carmine; nel giorno della sua festa, il 16 luglio, il Circolino offriva mezzo litro di vino ad ogni cliente. (Nota di Lunaria: idem. Anche perché non so dove sia "il Circolino" anche se non ho percorso tutta la via Damiano Chiesa, ma solo la parte della fermata del pulman)

Un'edicola scavata era presente sopra il portone che si apriva nell'angolo della Contrada Strecciolo, dove ora termina la via Prepositura. (Nota di Lunaria: ci sono passata ma non ho visto nulla)

L'altra Madonna si trova a metà della "strada campagna", via Leonardo da Vinci, nei pressi del portone attraverso il quale si entrava in Dairago.

Nota di Lunaria: riporto queste informazioni, trascritte su un cartello posto proprio accanto alla nicchia

La Madonna della Strada Campagna: sui muri di Dairago erano dipinte diverse immagini mariane, e una di queste era custodita da un'edicola ricavata nella cinta del giardino di palazzo Castelli.
L'immagine presentava la Vergine vestita di turchino e si trovava a metà della "Strada Campagna" ora via Leonardo da Vinci, accanto al portone dell'attuale Via Fiume che immetteva nell'antico abitato dairaghese.
Era usanza che le spose forestiere, nel giorno del loro matrimonio, fossero condotte col carro agricolo fino all'edicola mariana, dove si apriva il vecchio portone affinché facessero il loro ingresso ufficiale in paese.
Col passare del tempo il dipinto perse i colori e venne rifatto negli anni '50, trasformandolo in una copia dell'immagine venerata nel santuario della Madonna in Campagna.
La pittrice fu Suor Sabina Angelica, (Canale 12 Maggio 1908 - Torino 14 Novembre 1999) giunta a Dairago nel 1943 e rimasta fino al 1974.
Nel 2001 fu di nuovo restaurata: venne creata una cornice di mattoni attorno alla nicchia, il davanzale compromesso fu sostituito e fu posizionato un lampioncino per l'illuminazione notturna.

Per il terrore legato ai crocicchi, ritenuti luoghi di ritrovo di diavoli, streghe, spiriti, si erigevano croci, statue, oratori, cappelle.
Anche sugli alberi (anticamente adorati durante il paganesimo) specialmente posti nei crocicchi delle vie campestri, venivano poste immagini e croci.
A Dairago la paura delle streghe era ancora viva alla metà del secolo attuale.
Si può ancora vedere la "Cruséta", protetta da un'edicola di lamiera tutt'ora posta sul tronco di una robinia. Una volta erano molte più numerose e connesse alle rituali benedizioni dei campi (in origine, propiziazione delle divinità pagane, poi divenute, in epoca cristiana, "Rogazioni" cioè processioni campestre) 

Il bassorilievo del campanile è un "avanzo di cose gentilesche" (per usare il termine presente nell'Antiquario della Diocesi di Milano, nell'edizione 1828) cioè di origine pagana. Sono due mammelle a rilievo su una lastra granitica, monumento votivo, offerto da qualche donna a una divinità pagana invocata come patrona delle madri; 





Per maggiori info vedi


secondo alcuni studiosi la pietra è un frammento di una statua stele simili a quelle rinvenute nella Lunigiana tra Liguria e Toscana, collocabile tra il II e il I millennio avanti Cristo.
La pietra venne incastonata prima nel campanile medioevale, poi nel nuovo campanile.
Anticamente, gli abitanti dei paesi circostanti vedevano nelle due sporgenze dei gozzi e per questo motivo chiamavano "gusuni" i dairaghesi, intendendo "dai gozzi enormi"



Sul murales dedicato alla Gamba Rossa vedi qui https://fotoantichelombardia.blogspot.com/2022/10/cuggiono.html

APPROFONDIMENTO: DALLE ORIGINI LIGURI-CELTE E ROMANE AL MEDIOEVO

Info tratte da


Le prime popolazioni che si insediarono nella zona della pieve di Dairago appartenevano alla stirpe dei Liguri di origine pre-indoeuropea, successivamente verso il V secolo a.C calarono dalle Alpi i Celti.
Di questi popoli rimane traccia nelle caratteristiche dei dialetti parlati nei paesi dell'Alto Milanese: è proprio l'isolamento di questi paesi, lontani dai centri importanti, che ha permesso la conservazione di alcune caratteristiche della lingua del popolo più antico che abitava nel territorio dove è sorta Arconate.

Milano venne occupata dai Romani nel 222 a.C, che successivamente conquistarono tutta la Lombardia. Molti ritrovamenti archeologici risalenti all'epoca romana sono stati fatti in tutta la pieve di Dairago: Villa Cortese, Bienate, Borsano, Dairago, Busto Garolfo, Inveruno, Cuggiono, Castano, Robecchetto, Turbigo, Nosate, Tornavento, Sant'Antonino Ticino, Lonate Pozzolo.
Ad Arconate, nell'orto che si trovava di fronte alla casa Villoresi, venne trovato un avello di pietra su cui era scolpita un'iscrizione illeggibile.
Negli anni '20 vennero trovate delle tombe a cassetta e alla cappuccina, così come del vasellame di cui si conserva il frammento di un'olpe assegnabile all'I-II secolo d.C.
Per quanto riguarda la toponomastica, Arconate (con molta fantasia) è stato fatto derivate da Arconte o da Argonauta ma l'unico dato sicuro è che il suffisso -ate è molto diffuso nelle cittadine dei dintorni (Bienate, Buscate, Lonate, Nosate...) e serviva a derivare i nomi di luogo da quelli di persone o da appellativi: Noce-ate = Nosate.

Dopo l'arrivo dei Longobardi (568 d.C) la campagna milanese venne divisa in contadi con a capo un conte: la pieve di Dairago apparteneva al contado di Burgaria, che partendo a nord da detta pieve si stendeva lungo il corso del Ticino fino alla pieve di Decimo nei pressi di Pavia.
Dopo il 1183, la Burgaria venne posta sotto la giurisdizione di Milano.
A Nosate e ad Inveruno sono stati rinvenuti dei reperti di origine longobarda.
Alcuni vocaboli del dialetto sono di origine longobarda: "bala" (palla), "banca" (panca), "bècu" (becco), "skèna" (schiena), "stafa" (staffa), "stèrzu" (sterzo), "stracu" (stanco), "spramì" (risparmiare), "sgrafigna" (graffiare), "fodra" (fodera), "magòlciu" (impiastro), "zazera" (zazzera)

Nota di Lunaria: si tenga presente che "bala", "stafa", "stracu", "sgrafigna", "zazera" e "fodra" si scrivono con degli accenti sulla "a" o "o" che servono a rendere la fonetica del dialetto lombardo che però non ho sulla tastiera.

Subito dopo l'Anno Mille compare il primo documento conosciuto in cui è nominato Arconate: nel 1027 Gerichilda, badessa del Monastero Maggiore di Milano, dava a livello un massarizio posto in "Erconate" a Olderico del fu Aribaldo. Nel 1121 troviamo un certo Obizzone de Arconate che donava al Monastero Maggiore alcuni beni, chiedendo in cambio una messa in suffragio.
Perciò, nel XII secolo Arconate veniva scritto indifferentemente come "Ercunate, Erconate", "Arcunate, Arconate".
Da pergamene risalenti alla fine del Medioevo troviamo menzione di un "castello" ad Arconate, di cui però non si hanno altre notizie.
Il terreno di Arconate, come i paesi limitrofi, aveva un basso rendimento ed era ricoperto quasi unicamente dal brugo, cioè l'erica, che prosperava su quel suolo molto acido: si formava così la grande brughiera che arrivava fino a Somma Lombardo (Nota di Lunaria: oggi è possibile vedere la brughiera a Lonate Pozzolo, in Via Gaggio)





Fu a partire dal 1164, quando a Milano vengono sottratte delle reliquie attribuite ai Re Magi, portate nella cattedrale di Colona, che si diffuse la devozione ai Re Magi: in particolare a Busto Arsizio e Arconate. (Nota di Lunaria: anche a Legnano c'è una chiesa dei Re Magi, conosciuta però come "dell'Olmina")

Alla fine del '200 venne compilato il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani che elenca tutte le chiese presenti nella diocesi milanese. La pieve di Dairago, a quel tempo, si estendeva tra i paesi di Arconate, Bienate, Borsano, Buscate, Busto Garolfo, Castano, Castelletto, Cuggiono, Furato, Induno, Inveruno (il cui nome medievale era Euruno), Magnago, Nosate, Padregnano, Robecchetto, S.Antonino Ticino, Tornavento, Turbigo, Vanzaghello, Villa Cortese; in essi erano sparse 46 chiese.
L'ordine religioso degli Umiliati, presente ad Arconate dal XIII sec., nel 1404 contava tre frati e tre suore; era un ordine tipicamente lombardo sorto nel XII secolo e dedicatosi alla lavorazione della lana. Le sue case erano sparse anche a Borsano, Castano, Dairago, Inveruno, Magnago, Busto Garolfo. L'ordine degli Umiliati venne soppresso nel 1571 quando alcuni dei suoi esponenti attentarono alla vita del cardinale Carlo Borromeo.


ARLUNO




























































































ARLUNO: ORIGINI ROMANE, IL BROLETTO, PIAZZA DEL POPOLO

Info tratte dai cartelli affissi in loco

Piazza del Popolo: una delle più antiche piazze del paese. Per gli arlunesi è sempre stata "Piàsa Pisìna" per la presenza di una grande "piscina" fatta scavare nel 1733, per la raccolta dell'acqua piovana. Nell'Ottocento una parte era chiamata "Piazza de Moroni" per la presenza dei gelsi.
Nel '900 venne chiamata Piazza Umberto I; un lato della piazza era occupato dalla Filanda, la cui ciminiera sovrastava l'edificio che si estendeva fino all'attuale via Marconi. 
Sulla piazza si affacciava un ampio giardino di cui unica testimonianza è rimasta per lungo tempo una magnolia.
Nel 1934 venne costruita la torre-serbatoio, ("serbatoio a torre littoria") tutto chiuso con muratura in mattoni a vista, e così divenne "Piàsa da l'acquedott", con tigli e fontana a due ripiani con puttino di pietra posto al centro della vasca di cemento.
La torre venne abbattuta nel 1997 insieme ai tigli.
Al centro della piazza ora si trova la Fontana della Luna, inaugurata il 23 dicembre 2000, perché secondo alcuni l'origine del nome della città sarebbe legato proprio alla luna e ad un altare (a Diana. Nota di Lunaria) "Ara Lunae".
La Luna è rappresentata da una sfera di marmo bianco di Carrara (con diametro di 9 metri) e la fontana è delimitata da un bordo sul quale sono poste otto sfere più piccole, in corrispondenza dei punti cardinali: sono le otto lune del lunario mensile.

Il nome della città è di derivazione romana e le origini romane della città sono riconfermate anche da ritrovamenti archeologici del 1951 che hanno portato alla luce oltre 200 monete di rame del II secolo.
Il documento epigrafico più antico sicuramente databile è una formella murata sul lato orientale della chiesa.
Vi era anche un Broletto (Bruétt), un cortile posto al centro di Arluno con compiti commerciale e amministrativo, costruito dai Litta, la famiglia più importante di Arluno, che riscuotevano il dazio, versandolo in parte a Milano; i Litta amministravano anche la giustizia.

Una leggenda menziona un passaggio segreto, che dalla cantina del Broletto conduceva ai boschi tramite un cunicolo sotterraneo.

N.B la chiesetta più antica di Arluno è quella di S. Ambrogio, risalente al XV secolo, utilizzata come lazzaretto. Purtroppo era chiusa e non ho potuto vederla all'interno, così come il mulino, non sapendo come raggiungerlo.

 

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