lunedì 31 ottobre 2022

Inveruno, Magnago, Bienate

INVERUNO

Info tratte da




I documenti parlando di Inveruno fin dal secolo VIII, ma l'origine è precedente: alla Basilica di Sant'Ambrogio di Milano si conserva un documento del 922; il paese si chiamava "Euruno"; nel 1097 il nome si è modificato in "Everuno" e nel XII finalmente compare il nome Inveruno.
L'origine viene dal latino Eburunum e Eburunus, dedotti dalla forma gallica Eburunos, formato dalla parola Eburos che in lingua gallica e celtica significa "tasso". 
Vi sono anche città francesi, di origine celtica, derivati da Eburos, come Yverdon ed Embrun.
Anche Airuno, Arluno, (*) Enduno, paesi vicini, hanno il suffisso in -uno che in lingua celtica significava "località" o "fortezza". 
Probabilmente, il nome di Inveruno significava "località del tasso".  (Nota di Lunaria: anche Cornaredo sembri derivi il nome dalla pianta del Corniolo, o almeno così mi è stato detto quando sono andata a visitarlo...)
I Romani arrivarono solo verso il II secolo a.C.
Resti di tombe romane furono trovate nel 1930, a sud della scomparsa stazione del tram che veniva chiamata "Gamba de legn" dove oggi si trovano delle case popolari in via Liguria.
Nel Museo di Legnano si trovano conservati alcuni reperti archeologici.
Ad Inveruno c'era un monastero e in una nota del 1300 si trova scritto "Domus de Inveruno for. 6"
La chiesa parrocchiale, di San Martino, era, prima del 1588, logora; venne abbattuta e sulle sue fondamenta venne edificata una nuova chiesa nel 1604.

(*) Nota di Lunaria: anche Arluno ha conservato traccia di un culto a Diana. 



e come appare oggi:









La Chiesetta della Cascina

Info tratte da


La Chiesetta dell'Annunciata è parte integrante della Cascina "La Garagiola", edificata nel 1500 (probabilmente la Chiesetta risale al 1517, la data incisa sulla campana). Tuttavia, nelle vecchie carte, sull'indicazione della "Casina della Garagiola" non compare il simbolo della croce, a significare che non veniva celebrata la Messa.
Nel 1817, però, è testimoniato che l'allora proprietario decise di far erigere un oratorio per i suoi coloni per farli riunire in preghiera specialmente durante il maltempo, non potendo recarsi in chiesa.
Nella Chiesetta sono presenti la pala dell'Annunciata, una tela raffigurante San Carlo Borromeo, una tela raffigurante la Madonna e altre decorazioni.












e come appare oggi:











Nota di Lunaria: il Lazzaretto di Inveruno non è più come si vede nella vecchia foto; ci hanno costruito a fianco "un campo sportivo" che ha quasi inglobato il lazzaretto (😖), tagliando via la parte dei campi che lo circondava; appena arrivati, abbiamo costeggiato tutto il campo sportivo per poi sbucare sul retro del lazzaretto (semicoperto tra vegetazione e recinzione 😖), 


per fortuna che mi sono impuntata per guardare bene e vederlo all'angolino, perché di primo acchito abbiamo pensato che l'avessero demolito per fare il piazzale dell'entrata del campo sportivo (😖) tornando indietro, in un sentiero laterale, percorrendolo, siamo arrivati lì davanti.

Carino, anche se molto atipico e con effetto "casa cantoniera"
ma in realtà alle origini non era così, infatti è stato più volte rimaneggiato e non so neanche se si sia conservata una foto\disegno che lo rappresentasse come era in origine agli inizi (1600)

Lì nei paraggi, una pietra miliare:




Una colonna è ubicata anche più avanti:










come appare oggi
















che purtroppo oggi non esiste più 😔











































MAGNAGO 

Info tratte da


Sono diversi i tentativi di ricerca toponomastica che sono stati fatti per spiegare il nome "Magnago"; la più accettata è quella che fa derivare Magnago dal latino Magnus Ager, "Grande Campo", una vasta distesa di campi e boschi su un terreno arido, senza fiumi, coperto da brugo, ovvero erica.
L'origine potrebbe anche essere celtica: il suffisso -ago, da "Akos", serviva ad indicare le proprietà terriere e fu poi conservato nelle popolazioni romanizzate; se fosse vera l'ipotesi, Magnago potrebbe significare "bene di proprietà di...", qualcuno il cui nome poteva suonare Magni-Magnae-Mania.
Qualcuno ha ipotizzato che fosse un accampamento romano, posto nelle vicinanze di uno stanziamento militare romano.
Domenico Carlo de Grandi nel 1929 menziona Magnago: "[...] selva cedua chiazzata di pinete e cementata di roveti, covo e campo di fortuna ai pirati dell'Ager Sacconum."
Tuttavia, anticamente, i ladri e borsaioli (detti "sacconigi" e "borsani") che razziavano la strada tra Legnano e Gallarate, detta "Stra Galara", si rifugiavano nei boschi di Magnago.
Nel X-XII secolo, al tempo delle Crociate, doveva risiedere in paese la stirpe dei De Magnago, della quale si conservano diversi stemmi con gigli d'oro o con bande azzurre.
Rimane il dubbio: è Magnago che trae origine dalla famiglia De Magnago o viceversa?
Nel corso dei secoli sia Magnago che la vicina Bienate hanno subito variazioni ortografiche: Maniago, Magniagum, Maniago in Horo e In Horno, Maniaga, Magnagho, Magnano, Mannago, Magnagi; per Bienate: Blannate, Byanate, Bianate, Biena, Bienà, Bienati, Biennate.
Magniagum era una delle 12 comunità formanti la Pieve di Dairago, del contado della Burgària, uno dei nove in cui era diviso l'ager milanese del XII secolo.































Chiesa di san Bartolomeo














Aggiungo anche la chiesetta campestre di Santo Stefano, sul confine con Bienate


vista per merito di M., che mi ha portato lì in macchina (a piedi era abbastanza improbabile raggiungerla...)






Chiesa di san Michele Arcangelo







In piazza vi è anche una Via Crucis
















BIENATE



è molto difficile stabilire l'origine del nome Bienate, ma il suffisso -ate è diffuso anche nei paesi limitrofi: Arconate, Gallarate, Buscate, Lonate, Nosate, Olgiate, Samarate, Solbiate... Il suffisso serviva a derivare i nomi di luogo da quelli di persone o appellativi (Nosate probabilmente derivò da Noce-ate).
Uno dei documenti più antichi dell'anno 1000 riporta "Blannate", mentre nel 1111 era riportata la via "Blanasca" ad est di Castano Primo.
è Nel 1556 che comincia a delinearsi il nome "Biena", citato col genitivo "Bienati" ("Loci Bienati plebis Dairagi Mediolani ducatus...", "del luogo di Biena, pieve di Dairago, ducato di Milano...")
Nel 1570 è attestato "Bienati" e finalmente nel 1586 troviamo "Bianate" ("Bianate, qual'è distante migliara due da Borsano, così è Magnago distante da Bianate uno miglio")
Per un certo periodo, Bienate si chiamò, appunto, Bianate, il cui nominativo è attestato anche da un cippo situato tra Bienate e Magnago (nell'attuale via Bellini)
Nel 1652 il nome si trasforma in Biennate; si è quindi riepilogato come dall'originale Blannate si sia passati, gradatamente, al latinismo Bienati (Biena) fino a Bianate e infine Bienate.






Nessun commento:

Posta un commento