lunedì 17 ottobre 2022

Rescaldina

 

Info tratte da un opuscolo che ho trovato

Il territorio di Rescaldina fu popolato fin dalla romanità, come prova la centuriazione (sistema di partizione delle terre a reticolato regolare), della quale persiste traccia nella topografia, con strade che si incrociano ad angoli retti.
A quei tempi una via importante, seguendo il fiume Olona, collegava Milano ai valichi ossolani: da Legnano una diramazione attraverso Seprio e Ceresio raggiungeva il San Bernardo e la Rezia.
A Rescaldina si conserva un'ara sacrificale romana in serizzo, con iscrizione abrasa, ma risulta importata da Rovello Porro.
Nell'alto medioevo i poderi, abbandonati, si trasformarono in boscaglie incolte. Da esse Rescalda (e Rescaldina) sembrano prendere il nome, dal latino "robur", rovere e dal longobardo "scalta", bosco.
è probabile che nel X secolo, alcuni frati cistercensi provenienti da Chiaravalle si siano insediati nella zona, popolata da pochi boscaioli, cercando di riorganizzare il lavoro agricolo e creandovi una grancia (fattoria)
In seguito si formò un villaggio contadino con costruzioni rurali attorno alla principale e un sacello dedicato a s. Bernardo.
All'epoca dei comuni anche i borghi minori ebbero cura di indicare i loro confini con termini in pietra; nel museo di Legnano se ne conservano alcuni, con una L sul lato interno e la R iniziale di Rescaldina all'esterno.
Nel '300 i Visconti posero le basi della propria signoria sul Milanese.
S'innalzarono in paese le prime case in muratura: alcune conservano lo stemma visconteo del biscione che inghiotte un uomo,
I Visconti avrebbero poi elevato in zona un fortilizio, caserma e carcere politico.
A tali leggende attinse nell'800 Tommaso Grossi che ambientò qui la vicenda del "Marco Visconti".
Il romanzo narra che Lupo da Limonta, scudiero di Ottorino Visconti, imprigionto al castello rescaldinese, in un giorno di sagra riuscì ad evadere e raggiunse Milano. è a quest'episodio che si ispira lo stemma comunale del castello dal cui torrione si protende un lupo.
In età viscontea "Cassina de Rischaldina" venne citata in atti notarili, come i più piccoli centri di Ravello e Rescalda.
La minuscola comunità dipendeva da Legnano.
Vi possedevano terre i legnanesi Lampugnani, le cui dimore ancora sussistono nel vecchio nucleo; tra le altre famiglie ricordiamo i Melzi, progenitori della suora canossiana Barbara, fondatrice di scuole a Legnano e a Tradate.
Dal catasto voluto dall'imperatrice austriaca Maria Teresa risulta che le terre rescaldinesi, per metà di nobili, il resto diviso tra piccoli coltivatori ed enti religiosi, consentivano colture comuni: cereali, prati, gelsi, boschi, vigneti.
Si tramanda che tutti i residenti siano scampati alla peste del 1630.
Tra gli edifici civili, a Rescaldina: Il Palazzo Comunale, edificato nel 1935 nel luogo della vecchia chiesa con la torre sul punto stesso dell'altare, La Corte Grande, casa medievale con bifore, trifora centrale, porticati laterali ad archi acuti, La Corte della Torre, con un torrione

LA CASCINA PAGANA E LA CHIESA DI SAN GIUSEPPE A RESCALDA (Info tratte in loco)

Il nome della Cascina Pagana ci riporta indietro nel tempo, ai secoli del primo Medioevo, quando le città erano ormai quasi tutte convertite al cristianesimo. 
Solo i contadini abitanti nei villaggi sparsi ed isolati dalle strade persistevano nei culti idolatrici e venivano detti "pagani" perché abitanti nei "pagi" o villaggi.
è probabile che proprio qui, a partire dal VI secolo d.c si sia stabilito un gruppo di contadini pagani, primo nucleo degli abitanti di Rescalda.
La Cascina, con annessa la chiesa di San Giuseppe, è un esempio di antica edilizia rurale.
è un edificio molto antico attualmente adibito ad abitazione che lascia pensare, per la sua struttura, alla residenza di una piccola comunità religiosa, probabilmente un ex monastero, che sorgeva lungo l'antica via di collegamento tra Rescalda e Marnate.
Sulla parete di un'abitazione, posta nel piano terreno sottostante il porticato è collocata un'opera affrescata di epoca cinquecentesca, raffigurante una Madonna con santi, attribuibile agli allievi di Bernardino Luini (1481-1532), famoso pittore lombardo, che lavorò tra Saronno e Legnano intorno al 1520, dipingendo forse anche la Cappella Baragiola a Gorla Maggiore, sempre sul Percorso Vassallo.
La chiesa di San Giuseppe, affiancata alla Cascina, fu costruita nel 1715 ex novo dalle fondamenta su un edificio sacro pre-esistente, ad opera della famiglia Raimondi e Guzzetti; sopra l'altare si ammira una tela settecentesca raffigurante la Sacra Famiglia.













Come appare oggi






























































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