venerdì 28 ottobre 2022

Cuggiono, Bovisio Masciago, Arconate

CUGGIONO:














Parco di Villa Annoni

Info tratte da



Villa Annoni, villa lombarda in stile Neoclassico del Comune di Cuggiono, ha un parco di 23 ettari, ed è l'attuale sede del Comune.
Fu edificata dalla famiglia Annoni come dimora di campagna.
"Cugionno [come veniva chiamato all'epoca] è villaggio antico e considerabile, con bella villa della famiglia Annoni, fabbricata sul disegno dell'architetto Zanoia" anche se nel 1809 la villa era definita con "molti difetti e in generale mi pare per un architetto una bella occasione maltrattata."
Sappiamo che la Villa aveva una cappella domestica, che venne benedetta nel 1810.
La Villa ripropone lo schema a "U", tipico delle residenze di campagna (soprattutto tra il XVII e il XIX secolo); nella parte centrale si apre un vestibolo con due colonne, più tardi chiuso con vetrate e con una ricca cancellata in ferro battuto.
Vennero anche piantate piante esotiche oltre che tipiche delle zone lombarde.
Venne anche costruito un ingresso per le carrozze, denominato "Casa Rossa", un Tempietto (1), Coffee House, la Casa dei Caprioli, la Casa dei Daini e la Cascina Leopoldina, così chiamata in onore di Leopoldina Cicogna, moglie di Alessandro Annoni.
Nel 1980 la Villa venne acquistata dal Comune di Cuggiono che ha introdotto anche aree gioco per bambini (e c'è anche la zona per lo scambio gratuito di libri. Nota di Lunaria).

Il parco di Villa Annoni resta uno degli esempi più importanti dei parchi dell'epoca Neoclassica lombarda, per estensione, valore architettonico, botanico, storico e culturale, con un giardino paesistico, l'orto, il frutteto, le serre botaniche (che davano un gusto esotico) i campi coltivati e il vigneto sulla collina, incorniciati da un bosco.


(1) Tempietto in stile ionico, edificato dopo il 1825 in memoria del conte Alessandro Annoni (morto nel 1825); è un edificio circolare in stile ionico che poggia su un basamento di granito rosa, da cui si elevano otto colonne in pietra arenaria che sorreggono un'architrave ornata di cornici ancora in arenaria e una cupola emisferica ricoperta all'esterno di rame al culmine della quale è collocata una pigna marmorea (simbolo della vita eterna)
L'anello pieno comprende, in corrispondenza delle otto colonne, alcune lettere, intervellate a dei rombi: 
A . L. F. A .
Il significato delle lettere è chiaro: si tratta delle iniziali dei nomi dei componenti della famiglia del fondatore della villa.
Sul cippo centrale è stato riposizionato il busto marmoreo restaurato del fondatore, su di esso si intravedono a fatica solo due iscrizioni latine dilavate dagli agenti atmosferici.
Il tempietto è coronato da alte querce, olmi, aceri campestri.




















VECCHIE FOTO DI CUGGIONO






























Come appare oggi:






Come appare oggi:




































































BOVISIO MASCIAGO




ARCONATE





























































































La croce del Monumento ai Morti di Peste:


La Leggenda della Gamba Rossa, tratta da


Nota di Lunaria: è da molti anni che ricerco notizie su una storiella macabra che si raccontava in Lombardia quando i miei genitori erano bambini, e veniva raccontata proprio per convincere i bambini a dormire: era "la Gamba Rossa", Gamba Rusa in dialetto (ma nelle zone verso Desenzano era chiamata "Osso in Gamba"), una gamba rossa (del Diavolo?) che sarebbe venuta giù dal soffitto, se i bambini avessero fatto i capricci.
Anche a me la raccontarono quando ero bambina, ma non ero mai riuscita a trovare notizie sull'origine della storiella.
Ebbene, su un libro dedicato ad Arconate, sono riuscita a trovarla, anche se si racconta in modo un po' diverso. 
Ho poi scoperto che la storiella varia nei particolari a seconda del paese dove è raccontata. 

Alcune donne, dopo la fatica del bucato, si misero d'accordo per pranzare: decisero di cucinare un risotto col salamino.
Tutte portarono qualcosa: chi il riso, chi il condimento, chi il salamino, chi il vino, chi il pane. 
Il risotto fu presto pronto: il suo profumo metteva appetito.
Due giovani, che passavano di lì, sentendo il profumo, ebbero fame ed escogitarono uno stratagemma per far scappare le donne e potersi impadronire del cibo.
Salirono sul solaio, aprirono la botola e fecero penzolare una calza rossa imbottita di fieno, mentre una voce cavernosa diceva:

Don, don, andé a durmì
ga végn giali i ögi,
i da muì;
se non vurì credi
che Diu va la manda;
guardé al voltu:
ga végn giò a gamba! (*)

Le donne, guardando su, videro la gamba, si spaventarono e corsero via.
I due giovani scesero, si mangiarono il risotto e bevvero allegramente.
Si racconta un secondo finale: che i giovani vennero presi a bastonate dai mariti delle donne, dopo che erano corse da loro, raccontando la vicenda.
 
(*) Nota di Lunaria: cerco di darne una traduzione

Donne, donne, andate a dormire;
gli occhi diventano gialli;
"i da muì" non riesco a tradurlo con precisione;
ma è qualcosa relativo al "si può morire"; gli occhi gialli lascerebbero intendere uno stato cadaverico (come mi è stato suggerito da mia zia che si ricorda la leggenda ma non la cantilena in dialetto)
se non volete credere
che Dio ve lo comanda
guardate in alto (non ne sono sicura che "voltu" sia in alto)
che viene giù la gamba!

Qui è possibile leggere la leggenda della Gamba Rossa con particolari differenti:
Video che ne parlano:

Traducendo una vecchia cantilena in dialetto che riportava dei riferimenti alla Gamba Rossa e ad una via dove la si vedeva sul muro, vicino ad un negozio di ferramenta, sono anche riuscita a scoprire che a Dairago è stato fatto un murales proprio dedicato alla Gamba Rossa!









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